Il riconoscimento è stato assegnato a Eugenio Bennato, Sandra Ligas e Salmo per le categorie principali. Premiati anche il Circolo dei sardi “Shardana” di Varsavia e l’azienda Sella & Mosca di Alghero
Una XXIII edizione del Premio Maria Carta come sempre ricca di ospiti e con tanti momenti musicali di grande livello. Tre ore e mezzo di spettacolo, per un evento promosso a Siligo nella piazza intitolata alla cantante e artista dalla Fondazione Maria Carta insieme all’amministrazione comunale, con il sostegno della Regione Sardegna – Assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione e Spettacolo, della Camera di Commercio di Sassari attraverso il network “Salude&Trigu” e della Fondazione di Sardegna. I riconoscimenti principali sono andati a Eugenio Bennato e Sandra Ligas, più un Premio speciale a Salmo.
«La Sardegna è un posto unico. Ogni volta che si sbarca qui ci si immerge in una realtà straordinaria. Anche solo vedere i bambini che hanno aperto questa serata, sai che vanno verso il futuro, che portano i colori e l’eleganza di questa terra», ha dichiarato il cantautore Eugenio Bennato, che ha ricevuto il Premio, realizzato dall’orafo algherese Pasquale Ferraro, da Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta, mentre la motivazione è stata letta dal sindaco di Siligo Giovanni Porcheddu. «Maria era di una classe eccezionale, un mito fin da quando ero ragazzo. Poi l’ho incontrata e addirittura abbiamo condiviso il palcoscenico in tante occasioni. Lei rappresentava il top della musica popolare d’Italia e della Sardegna. Da lei ho appreso tante cose, aveva una classe e una musicalità straordinarie. Essere vicini ad artisti di quel livello è un grande vantaggio – ha detto il cantautore napoletano –. Mi ritornano in mente i concerti con lei e con Vinicius de Moraes, Toquinho, Odette, Amália Rodrigues. E c’eravamo anche noi, giovani della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Provo quindi un’emozione profonda nel ritrovare adesso il nome di Maria, che rappresenta l’identità della Sardegna». Insieme a Eugenio Bennato, Ezio Lambiase, chitarra, e Sonia Totaro, voce e percussioni.
«Sono molto felice e anche emozionata. È un onore ricevere il Premio Maria Carta. Ringrazio la Fondazione per questo riconoscimento». Così Sandra Ligas, che ha eseguito alcuni brani del suo repertorio. Con lei, che da anni vive in Germania, il marito Jörg Neubert al violino, Massimo Perra alla fisarmonica e al cajon, a Daniele Cuccu alla chitarra. A consegnare il Premio è stato il fratello di Maria Carta, Gigi.
Il Premio Maria Carta speciale è stato invece conferito a Salmo, apprezzatissimo rapper di Olbia che nel brano “On fire”, prima traccia del suo ultimo lavoro discografico “Ranch”, ha voluto inserire la voce di Maria Carta come intro con l’Ave Maria catalana. Sabato sera ha preso il via a Milano il suo tour internazionale. Non potendo ritirare il Premio ieri a Siligo era comunque presente con un intervento registrato. «Quella di Maria Carta è stata una voce unica e soprattutto immortale. Il fatto che sia riuscita a comunicare con un artista di un’altra epoca questo per me è magia. Perché la musica è anche magia», ha commentato Salmo. Il Premio è stato consegnato nei giorni scorsi dal presidente della Fondazione Leonardo Marras, che ieri sera ha ricordato la genesi della canzone. «Abbiamo scoperto grazie a un amico giornalista che Salmo aveva utilizzato la voce di Maria Carta come intro del brano “On fire”, che apre il suo ultimo lavoro discografico. Noi non ne sapevamo nulla e siamo rimasti piacevolmente sorpresi – ha raccontato Marras –. Ci ha spiegato lui stesso di essere rimasto folgorato dalla voce di Maria a lui segnalata da un collega rapper africano».
In apertura, il gruppo folk dei bambini dell’Accademia delle Tradizioni Popolari “Città di Tempio”, con il giovane Andrea Arghittu all’organetto, che hanno proposto alcuni balli della tradizione sarda. Subito dopo è stato consegnato il Premio Maria Carta a Sella & Mosca, una delle realtà più rilevanti non solo isolane del settore vitivinicolo. «Siamo qui da otto anni. Abbiamo trovato un clima magnifico, soprattutto in azienda. Penso sia importante che la Sardegna faccia cose rilevanti e di qualità», ha detto il presidente Vittorio Moretti.
Il Premio dedicato al mondo dell’emigrazione, che Maria Carta teneva in grande considerazione, è stato assegnato quest’anno al Circolo “Shardana” di Varsavia. «Il web ci ha aiutato a riunire i sardi sparpagliati in diverse città della Polonia. Siamo attualmente 150 famiglie. Puntiamo a fare conoscere la cultura sarda, che va raccontata bene», ha dichiarato il presidente del circolo, Alberto Defraia.
Diverse anche quest’anno le presenze istituzionali, dalla prefetta di Sassari Grazia La Fauci al presidente del Consiglio comunale di Sassari Mario Pingerna. E poi gli amici della Fondazione Maria Carta, come padre Salvatore Morittu, il presidente della Confcommercio regionale Sebastiano Casu e il presidente della Fasi, la federazione delle associazioni dei sardi in Italia, Bastianino Mossa. Gli altri ospiti: il tenore “Remunnu e’ Locu” di Bitti, Beppe Dettori con Raoul Moretti (che hanno eseguito un estratto dallo Stabat Mater in sardo, che cantava Maria Carta, e due canzoni tratte dal loro album Animas), il cantautore algherese Davide Casu e il duo Fantafolk, ovvero Vanni Masala e Andrea Pisu. Un omaggio alla Sardegna è stato portato dal mezzosoprano polacco Martyna Kasprzyk-Peralta: intervenuta insieme al funambolico chitarrista originario di Perfugas Gavino Loche, ha cantato “Non potho reposare” e un tango polacco. A sorpresa il duo Fantafolk ha inoltre eseguito alcuni brani (tra cui una originalissima versione di “Let it be”) insieme a Gavino Loche. La manifestazione è stata chiusa dal Gruppo Folk di Siligo “Santa Maria de Bubalis”. A presentare la serata sono stati Ottavio Nieddu e la giornalista Maria Grazia Ledda.
Il Premio Maria Carta, assegnato per la prima volta nel 2003, è un riconoscimento istituito dalla Fondazione Maria Carta con lo scopo di favorire il progresso culturale, artistico ed economico della Sardegna e dei sardi. Il Premio ha assunto nel tempo una connotazione più ampia, grazie alla presenza di ospiti provenienti da varie parti del mondo. Nel corso degli anni è stato attribuito a grandi personalità della scena musicale internazionale, tra le quali Noa, Dulce Pontes, Maria del Mar Bonet, Savina Yannatou, o nazionale, come Angelo Branduardi, Vinicio Capossela, Eugenio Finardi e Teresa De Sio. E a indimenticabili artisti che, purtroppo, non sono più tra noi, come Giovanna Marini, Ennio Morricone, Carla Fracci, Alda Merini, Andrea Parodi.
Nel 2024 sono stati premiati Tosca, Daniela Pes, il Circolo dei sardi di Trieste e il Rockhaus Blu Studio di Sassari.
I premiati e le motivazioni
Eugenio Bennato. Con una carriera di oltre 55 anni, non ha mai visto venir meno studio, passione e valorizzazione della cultura della sua terra. Senza che, tuttavia, la sua espressione artistica restasse “napolicentrica”. Anzi, l’apertura verso le musiche del mondo, condividendo diversità e memoria, ha prodotto suoni e canti sempre più segnati da nuove contaminazioni.
Salmo. Per essere stato capace di coniugare l’austera profondità della voce di Maria Carta con le potenti e ruvide sonorità del rap.
Sandra Ligas. Già giovanissima entra in contatto con le tradizioni popolari, la musica, le danze dell’isola. Si è dedicata con passione allo studio e promozione di questo patrimonio, anche attraverso concerti e produzioni discografiche. Dopo il suo trasferimento in Germania, nel 2012, non ha fatto venir meno lo stretto legame con la cultura della sua Sardegna.
Circolo dei sardi “Shardana” di Varsavia. Sin dalla sua costituzione ufficiale, nel maggio del 2018, l’associazione culturale “Shardana” di Varsavia ha organizzato un gran numero di eventi con lo scopo di contribuire a unire la comunità dei sardi in Polonia e promuovere la Sardegna nel paese dell’Est diventato nuova terra di emigrazione. Il coinvolgimento in particolare di giovani e l’apertura di una propria sede rafforzano la sempre maggiore integrazione della nostra comunità nella capitale polacca.
Sella & Mosca. Nata sulla pionieristica intraprendenza di due piemontesi nel 1899, l’azienda Sella & Mosca continua ad essere all’avanguardia e a puntare sul futuro. Ma investendo partendo da ciò che offre la terra secondo la filosofia di Terra Moretti che dal 2016 è subentrata nella proprietà. Per confermare Sella & Mosca ancora eccellenza sarda nel settore vitivinicolo, proiettata internazionalmente. Perché i vini di Sella & Mosca sono un simbolo della Sardegna in Italia e nel mondo.
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